Digital Weekly News: campagne influencer, video marketing e Facebook Adv update
Digital Weekly News: campagne influencer, video marketing e Facebook Adv update
Le news di questa settimana riguardano principalmente le influencer campaign e il video marketing, per concludersi con una novità importante per tutti gli advertiser che operano su Facebook. Vediamo quindi nel dettaglio tutti gli argomenti.
Influencer campaign: perché i micro-influencer sono così profittevoli?
Abbiamo già affrontato il tema degli influencer e di come un investimento in una campagna possa restituire più visibilità rispetto ad un’altra attività. Vediamo però perché i micro influencer in particolare si confermano una vera risorsa per le aziende, e non in termini di brand identity, ma soprattutto per il ROI che possono generare considerati i bassi investimenti.
Da anni ormai sempre più aziende investono in modo continuo in campagne influencer, vip e creators: questi infatti sono in grado di donare visibilità in modo più strutturato e penetrante rispetto alla pubblicità classica. Rispetto ai primi tempi però, la situazione è nettamente meno confusa grazie anche agli strumenti digitali di ultima generazione che hanno in un certo senso “scremato” i veri dagli aspiranti influencer che però del mestiere conoscevano ben poco.
Alcuni sono cresciuti esponenzialmente con questo mestiere, altri invece sono rimasti nel loro cerchio più piccolo di followers, riuscendo però a ritagliarsi una fetta di visibilità sufficiente per alcuni brand. I micro-influencer al giorno d’oggi sono tra i più gettonati non solo dai piccoli marchi, ma anche da quelli più grandi che, stanchi di grosse campagne con però poco engagement da parte degli utenti, hanno bisogno di nuovi canali per raccontare il loro marchio. Vediamo quindi perché questa categoria di influencer oggi è così ricercata da tutti:
– Innanzitutto i micro-influencer, che solitamente lavorano in cambio merce (ossia con l’omaggio del prodotto ma senza un pagamento monetario) hanno un pubblico vero, non acquistato con bot o pubblicità, che segue davvero il personaggio e ne ascolta i consigli. Il loro tasso di ER – Engagement Rate – è quindi decisamente più alto rispetto alla media dei “cugini più grandi”;
– Secondo VICE, agenzia esperta nell’analisi del mercato influencer, i più piccoli influencer sono in grado di specializzarsi verticalmente su una qualsiasi tematica rendendo il profilo più credibile per i followers; in questo modo, infatti, solo le persone davvero interessate seguiranno il profilo, rendendo così la visibilità del marchio massimizzata e diretta solo al target;
– Restando sul tema dell’ER sempre VICE e non solo, conferma il sospetto di molti: avere grandi numeri può garantire una larga visibilità, ma non sempre un coinvolgimento della fanbase o, addirittura, una visibilità che rida memorabilità del marchio. Questo accade perché spesso i grandi influencer non accettano più di fare la sponsorizzazione approfondita del prodotto, ma preferiscono rendersi più “cartellone pubblicitario” per offrire un passaggio di qualche secondo;
Questi sono i punti salienti che motivano una crescita sempre maggiore dei micro-influencer nel mercato digitale. Abbiamo volutamente tralasciato l’aspetto economico per ultimo, per poterlo riassumere con un’immagine molto chiara che Influencer Marketing Hub ha preparato e si rivela molto efficace:
Come vediamo, una campagna ipotetica svolta su due categorie diverse di influencer ha avuto un risultato nettamente diverso sia in termini di visibilità, che soprattutto in termini di ER: i micro, è evidente, hanno un ROI nettamente più elevato rispetto ad un macro, a parità di budget e di Reach potenziale.
I soldi assieme ai dati parlano sempre molto chiaro, e questa settimana approfondiremo ancora la tematica per fornire qualche dato in più. Per il momento, vi lasciamo con la riflessione sull’investire o meno in una categoria che evidentemente è in grado di far risparmiare ma senza perdere in visibilità.
Video-Marketing: come può aiutare il tuo e-commerce?
Vediamo spesso circolare delle statistiche interessanti su quanto i video siano diventati i padroni del web in termini di visualizzazioni, e Facebook non perde un attimo per ricordarcelo. In effetti, anche noi siamo qui per ricordarvi la loro importanza non solo per strutturare lo storytelling aziendale, ma anche per far crescere in modo proficuo l’e-commerce online del business.
Dati alla mano, vediamo quindi perché i video sono la vera potenza per il nostro brand:
– 8 persone su 10 apprezzano il video-marketing come modo di far pubblicità;
– L’83% degli esperti afferma che questo tipo di contenuti aiuta le Lead Generation;
– Il 95% degli esperti pianifica di inserire i video come parte della strategia 2020;
– L’utilizzo del mobile come canale di accesso principale sale ogni anno del 20%;
– 1 minuto di visualizzazione di un video equivale a 1.8 milioni di parole spese per convincere l’audience ad acquistare un prodotto;
Quali sono le piattaforme dove il video-marketing ha più successo? Vediamole in ordine crescente:
– 66%: Tik Tok
– 79%: Facebook
– 85%: Youtube
– 87%: LinkedIn
Queste percentuali positive si riflettono anche su Google, dove i video vengono premiati di più nel ranking della SEM, ed ecco perché il 48% dei marketers decide di produrre almeno 4 video al mese per parlare del proprio brand.
È provato quindi che il video-marketing ha delle potenzialità maggiori rispetto agli altri metodi di marketing tradizionali di raggiungere l’audience, di ingaggiarla, e infine di convertirla in acquisto finale: le possibilità di atterraggio sulla landing page aumentano infatti del 5300%, con un +48% di visualizzazioni rispetto ad un contenuto statico.
Ancora dei dubbi sulle potenzialità? I dati non potrebbero essere più chiari!
Social Media news: Facebook e l’Adv tool spiegato
Per concludere, parliamo di Facebook: questa settimana la piattaforma social più importante al mondo rilascia un nuovo approfondimento sul funzionamento del suo Ad System: capita spesso infatti che i meccanismi di sponsorizzazione del colosso siano oscuri agli addetti ai lavori, che devono quindi districarsi tra tentativi ad ostacoli, spesso sbagliando dettagli come pubblico, interessi o geolocalizzazione, e quindi compromettendo il risultato finale della campagna. Ecco perché il colosso ha voluto pubblicare una breve guida dove spiega alcuni punti chiave del suo sistema di advertising.
Innanzitutto, Facebook spiega che vi sono due modi principali con cui le adv vengono mostrate al pubblico:
– Audience Targeting: selezionata dagli advertiser, ossia dai creatori della campagna, che determinano quali persone sono eleggibili per ciascuna ad;
– Auction Process: questo si basa su un range di fattori collegati al prezzo d’asta con cui viene inserita l’adv, e che va quindi ad analizzare il profilo e il suo engagement con ciascun post;
Come spiegato da Facebook stesso senza troppi giri di parole:
“Innanzitutto, gli advertiser scelgono la loro audience attraverso il nostro strumento di self service. Queste audience vengono create in base alle categorie come: età, sesso, interessi etc. Allo stesso tempo però si inseriscono altre componenti altrettanto importanti come l’engagement del profilo sulla piattaforma social in generale, e con le adv in particolare. Gli addetti ai lavori, o advertiser, possono creare delle audience personalizzate basate sul database di email create autonomamente – ad esempio quelle delle persone che hanno visitato il loro sito web – o sulle lookalike audience – ossia le audience simili a quelle già raggiunte con le pubblicità precedenti”
Per spiegare meglio il meccanismo di funzionamento delle adv, Facebook fornisce questo schema semplice ma efficace:
Ricapitolando, il sistema adoperato da Facebook per il roll-out delle adv tiene conto di questi 3 fattori principali:
–Advertiser Bid: ciò che viene investito dall’utente nell’asta;
– Estimated Action Rate: ossia l’engagement dell’utente;
– Ad Quality: che corrisponde alla qualità generale dell’adv;
Di questi 3 elementi, noi possiamo controllare solamente la prima e la terza, mentre la seconda dipenderà molto dalle scelte effettuate in precedenza e determinerà il successo finale di un’adv. In conclusione, si parte dall’investimento, passando per la creatività scelta, per concludere con l’audience selezionata; il resto, diremmo giustamente, resta nelle mani di Facebook.n
Fonte:
https://influencermarketinghub.com/influencer-marketing-product-gifting/