Pubblicare in digitale: SEA e/o SEO? Facciamo un po’ di chiarezza!

Pubblicare in digitale: SEA e/o SEO? Facciamo un po’ di chiarezza!

Giugno 5, 2020

Abbiamo già parlato della SEO qualche settimana fa (leggi qui) e di come questa sia benefica soprattutto per i contenuti in organica come il blog. Non tutti i contenuti però sono pubblicati gratuitamente perché, come vedremo, hanno una struttura pensata esclusivamente per l’advertisement. Quali sono? Quelli che rientrano nella SEA! Per chi non avesse mai sentito nominare la categoria, questo articolo fa proprio al caso vostro. Parliamo quindi di quella branca del digital marketing a cui ogni giorno milioni di brand si affidano per rendere visibile il loro prodotto.

Dal momento in cui ci affacciamo nel mondo del web, possiamo scegliere di intraprendere diverse a seconda delle nostre esigenze e servizi che offriamo. Quando parliamo di contenuti da pubblicare sul web, qualunque essi siano, facciamo sempre riferimento ai meccanismi della SEM – ossia Search Engine Marketing – che governano le regole di pubblicazione e soprattutto di visualizzazione dei contenuti.

SEA e SEO: cosa sono?

I due tipi di pubblicazione più generali fanno riferimento alla SEO e alla SEA. Con SEO (Search Engine Optimization), sappiamo bene, intendiamo l’utilizzo delle “parole chiave” che possano permettere ai nostri contenuti di scalare le pagine dei motori di ricerca. Con SEA, invece, intendiamo la Search Engine Advertising, ossia la parte dedicata all’advertising legata però sempre ai motori di ricerca. Per entrambe i risultati rientrano nella SERP, ossia la Search Engine Results Page, che in poche parole è la pagina dei risultati nei motori di ricerca.

La differenza tra l’uno e l’altro è che il risultato delle performance di uno, cioè della SEA, ha un costo. Si parla anche di CPCCost per Click – per definire questa modalità di advertising perché, a differenza di altre tipologie di pubblicità che sono PUSH, che spingono all’acquisto, questa vengono definite PULL, ossia che attirano verso l’acquisto o, in questo caso, il click. Il punto di partenza sono quindi le richieste e le necessità dei consumatori, che “tirano” le aziende a loro grazie alle loro ricerche dirette o meno.

Come riconoscere un contenuto pubblicato con la SEA?

In realtà incontriamo contenuti di questo tipo ogni giorno, anche quando non ce ne accorgiamo. Questi titoli però appaiono nei nostri motori di ricerca ogni qualvolta noi digitiamo delle parole chiave per cercare ciò che è di nostro interesse. Quando parliamo di motori di ricerca in realtà non dobbiamo solamente fare riferimento al colosso di Google che, ovviamente ha la predominanza su tutti in termini di volumi, ma anche ai piccoli motori di ricerca come Amazon e Booking, ad esempio, che introducono il sistema della SEA all’interno delle loro piattaforme di ricerca.

Un esempio molto semplice è quello di Meteo.it:

Prendendo Google come riferimento, supponiamo che l’utente abbia digitato una query, ovvero una parola o una frase più o meno lunga come ad esempio: Meteo oggi. Ecco che il primo risultato che appare è: Meteo.it accompagnato dalla sigla Annuncio. L’annuncio appare in cima sopra tutti gli altri, a volte accompagnato da immagini o dalla geolocalizzazione a seconda delle richieste.

Le domande però che vengono spontanee soprattutto quando si vuol fare comunicazione in digitale sono:

Come ha fatto questo annuncio a comparire in cima? Quanto costerà questo annuncio?

Vediamo quindi che il brand IlMeteo.it ha aperto innanzitutto un account su Google Ads, ed ha assegnato la gestione dell’account a diverse figure che possano animarne ogni parte in modo costante. Una parte essenziale da popolare all’interno dell’account è la Struttura, ossia l’insieme di parole chiave utili al brand che vengono organizzate per gruppi di annunci, i quali sono poi suddivisi in campagne. In questo modo si è sicuri di apparire su multiple ricerche, più o meno al primo posto a seconda del budget, e di avere i dati organizzati in maniera leggibile perché raggruppati per tipologie simili.

Perché investire nella SEA oggi?

Investire in questo settore è uno dei primi piani di attacco delle aziende che vogliono crescere in maniera decisa sul web. La SEA infatti permette di scalare le pagine dei motori di ricerca, utilizzati ogni giorno da milioni di utenti per cercare qualsiasi (davvero qualsiasi) cosa, e di aumentare così il traffico all’interno del sito web di riferimento.

Con l’avvento dei social media è semplice commettere l’errore di pensare che solamente questi possano aiutare un brand a crescere seriamente: capita spesso infatti di conoscere realtà aziendali che investono gran parte del loro marketing budget in grosse campagne di Awareness sui social media. Nel lungo periodo, però, le stesse aziende non sono in grado di pianificare un investimento in SEA che invece, giorno per giorno, è in grado di consegnare risultati interessanti ed è capace di incrementare la brand awareness per ritorno.

Con i cosiddetti Pay per Click, infatti, il costo viene addebitato sul conto spese solamente quando un utente effettivamente clicca sull’annuncio, mentre il costo di visibilità viene addebitato a parte. Questa combo permette alla nostra vetrina principale, ossia il nostro sito web, di restare più o meno in cima alle pagine di ricerca e di essere quindi scelta tra tante altre che possono venire considerate anche meno affidabili.

Coming Next:

Dopo aver raccontato le prime suddivisioni del Digital Marketing/Advertising, torneremo sull’argomento affrontando le varie componenti di un piano completo di SEA.

Se hai bisogno di una consulenza in merito, non esitare a contattarci.

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