Brain Rot: la parola dell’anno che dovremmo conoscere tutti
Brain Rot: la parola dell’anno che dovremmo conoscere tutti
Il suo significato letterale è: marciume celebrale, e questa espressione vuole descrivere la sensazione di “marciume”, appunto, che il nostro cervello prova dopo aver passato decisamente troppo tempo sui social media. È una sensazione sempre più diffusa tra i giovani e meno giovani, ed ecco perché anche la Oxford University l’ha eletta come parola dell’anno. Vediamo nel dettaglio.
Spesso usata in modo ironico o esagerato per descrivere sensazioni di stanchezza mentale o distrazione causata da un sovraccarico di stimoli, il termine “brain rot” è un termine/metafora che sta entrando sempre di più a far parte della nostra quotidianità e viene utilizzato per descrivere una sensazione di svuotamento o degrado delle capacità cognitive.
Anche se privo di fondamenta scientifiche, il termine serve per indicare il fenomeno che tutti stiamo un pò vivendo, ossia quello dell’esposizione eccessiva ai contenuti online grazie soprattutto all’utilizzo degli smartphone divenuto ormai fuori controllo.
Da quando ci alziamo la mattina fino alla tarda notte, ognuno di noi sta vivendo a modo suo una dipendenza con gli smartphone e, di conseguenza, con i social media.
I contenuti che guardiamo ogni giorno spaziano dalla scienza, alla letteratura, alla cucina, alla cura per la casa e molto altro, ma soprattutto sono pieni di contenuti di intrattenimento che spesso hanno poco a che vedere con l’informazione o con la cultura, che non hanno alcuno scopo se non quello di intrattenerci per una manciata di secondi fino al prossimo scroll.
Ecco il trucco che rende il consumo di questi contenuti spasmodico e incontrollato: lo scrolling.
Se facciamo uno sforzo di immaginazione possiamo vederci lì, a letto, sul divano, in metro, a tavola perfino, passando diverse ore su internet a consumare contenuti che richiedono poca o nessuna riflessione, come video brevi e post sui social media: ecco, la ripetizione di questi stimoli può portare a un senso di fatica mentale, che nel lungo periodo riduce la nostra capacità di concentrazione e riflessione profonda.
Ma non solo. Questa mancanza di concentrazione può influenzare la nostra vita quotidiana e il nostro futuro, in particolare:
1. La nostra concentrazione diminuisce
Passare troppo tempo a scrollare feed di social media o guardare video veloci può indebolire la nostra capacità di focalizzarci su compiti più complessi.
La nostra mente si è ormai abituata alla rapidità e alla superficialità, e fatica a concentrarsi sulle attività che richiedono attenzione prolungata e riflessione.
L’era digitale, ma gli ultimi 10 anni in particolare, hanno cambiato profondamente la nostra relazione con l’attenzione: i social media, le notifiche push, i video brevi e gli aggiornamenti continui riducono continuamente il nostro tempo di concentrazione, allenandoci a passare da un compito all’altro senza mai fermarci a riflettere davvero su cosa stiamo facendo o consumando nel momento presente.
L’attenzione sostenuta, che è essenziale per attività come la lettura di un libro, la scrittura di un saggio o la risoluzione di problemi, è ora ostacolata da questa costante interruzione e dalle notifiche costanti che arrivano sul nostro dispositivo, stancando quindi il nostro cervello che deve così concentrarsi su più compiti che comunque richiedono impegno.
2. Perdiamo interesse per le attività manuali e stimolanti
Il brain rot può anche portare a una progressiva perdita di interesse per attività che in passato ci sembravano stimolanti, come la lettura di libri o il dedicarsi manualmente ai progetti creativi.
L’eccesso di stimolazione digitale porta a una ricerca costante di gratificazione immediata, e ciò rende più difficile impegnarsi in attività che richiedono sforzo mentale.
L’iperstimolazione dei nostri sensi attraverso video veloci e contenuti facili da consumare dal punto di vista cognitivo può anche alterare il nostro sistema dopaminergico: la dopamina, infatti, è un neurotrasmettitore legato al piacere e alla ricompensa, e ogni “like” che riceviamo su un post, oppure ogni visualizzazione di un video fornisce una piccola scarica di dopamina, che ci fa sentire gratificati.
Tuttavia, questo tipo di gratificazione non solo è immediata ma riduce inoltre la nostra capacità di provare piacere per attività più lente e complesse, come leggere un libro o lavorare su un progetto a lungo termine.
Qual é il risultato? Che sviluppiamo inconsapevolmente una sorta di “dipendenza” da stimoli veloci e superficiali, dove il nostro cervello si abitua a risposte rapide e facili, disabituandoci così alla gratificazione a lungo termine, che è essenziale per il benessere psicologico e il suo regolare funzionamento a livello personale e soprattutto sociale.
3. Tendiamo a isolarci e a soffrire di ansia
L’esposizione continua a contenuti che alimentano la paura di perdersi qualcosa (FOMO o Fear Of Missing Out) può portare a uno stato di ansia sociale.
Inoltre, il brain rot e la dipendenza dai dispositivi digitali possono contribuire all’isolamento in quanto riducono il desiderio di interazioni faccia a faccia: la continua esposizione a contenuti che alimentano emozioni forti, ma superficiali (come video sensazionalistici, notizie di tragedie o drammi personali) può ridurre la nostra capacità di sviluppare una risposta equilibrata e razionale alle situazioni più piatte e “normali” della quotidianità, poiché conducono ad un ciclo di iperreazione emotiva, che rende difficile affrontare le sfide della vita quotidiana con calma e lucidità.
Ad ultimo, una parte significativa del brain rot riguarda la capacità di connettersi emotivamente con gli altri, in quanto le interazioni digitali veloci e fugaci non favoriscono la creazione di legami autentici conducendo spesso ad una comprensione superficiale degli altri e riducendo l’empatia e capacità di entrare in sintonia con i sentimenti degli altri.
Possiamo combattere il Brain Rot? E come?
Il Brain Rot è una condizione in cui molti di noi si ritrovano al giorno d’oggi, e spesso ci sentiamo costretti sentendoci senza via d’uscita.
Vediamo quindi alcune regole che possiamo seguire per migliorare la nostra quotidianità:
1. Prendiamoci una pausa dalla tecnologia
Stabiliamo dei periodi durante la giornata in cui ci allontaniamo dai dispositivi digitali.
Le pause senza schermi sono fondamentali per dare al nostro cervello il tempo di ricaricarsi e riflettere.
2. Scegliamo le attività stimolanti
Leggere libri, risolvere puzzle, o praticare attività creative che sfidano il tuo cervello possono aiutarci a distaccarci dal mondo digitale, e attività come la scrittura, la pittura o la musica stimolano il pensiero critico e la creatività, contrastando gli effetti negativi della passività mentale.
3. Pratichiamo la Mindfulness
Le tecniche di meditazione o semplici esercizi di respirazione possono aiutarci a rimanere ancorato nel presente e a non farci sopraffare da un flusso continuo di stimoli esterni.
4. Controlliamo meglio i contenuti che consumiamo
È importante selezionare contenuti che siano significativi e che arricchiscono la nostra vita: anziché scorrere senza meta su TikTok o Instagram, proviamo a guardare documentari, leggere articoli di approfondimento o dedicarci a corsi online che stimolano l’interesse e lo stimolo neurologico.
Conclusione
Il concetto di brain rot appena analizzato non deve essere ridotto ad una moda del linguaggio digitale, ma deve essere una riflessione più profonda sui cambiamenti che stiamo vivendo in un mondo sempre più connesso ma altrettanto disconnesso emotivamente e pieno di stimoli superficiali.
È importante essere consapevoli di come i nostri comportamenti digitali influenzino la nostra salute mentale e combattere il brain rot significa tornare a dare valore alla concentrazione, alla riflessione profonda e alla connessione autentica con il mondo, togliendo i nostri occhi dagli schermi per riproiettarli sul mondo reale.
Non si tratta di rinunciare completamente alla tecnologia, ma di usarla in modo equilibrato per proteggere la nostra mente e il nostro benessere.
Fonti:
https://corp.oup.com/news/brain-rot-named-oxford-word-of-the-year-2024/
https://www.wired.it/article/brain-rot-cosa-vuol-dire-parola-2024-oxford/