Digital e Covid-19? Intervista ad Antonio Mariggiò sul presente e futuro post-pandemia

Digital e Covid-19? Intervista ad Antonio Mariggiò sul presente e futuro post-pandemia

Maggio 22, 2020

Il 2020, possiamo dirlo con certezza, è un anno senza precedenti: la pandemia globale da Covid-19 ha messo uno stop sulla vita a cui tutti noi eravamo abituati. Il mondo del lavoro ha riscoperto così le potenzialità del mondo digitale e comprende più di prima come ormai sia diventato uno strumento essenziale, ma in che modo? Ne parliamo con Antonio Mariggiò, fondatore di Quattrocolori ed esperto in digital marketing.

Giovane e intraprendente, a soli 21 anni Antonio Mariggiò apre la sua agenzia pubblicitaria denominata “Quattrocolori” che però, negli anni, si è evoluta di pari passo con i cambiamenti nel mondo imprenditoriale e non solo. L’arrivo del digital nella quotidianità di ognuno ha aperto nuove importanti finestre comunicative che non potevano essere trascurate. Per soddisfare le richieste sempre crescenti dei clienti che ormai avevano bisogno di rafforzare la propria presenza online, Antonio ha deciso di integrare le proprie conoscenze, e i servizi offerti dall’agenzia, con quelle relative al mondo digital, tra cui: Social Media Communication/Management, Storytelling d’Impresa, Social Reputation Online, Digital Customer Relationship, Digital Strategy e molto altro ancora.

Dopo una lunga chiacchierata, abbiamo deciso di pubblicare uno stralcio della conversazione perché le riflessioni condivise possono servire da spunto per chi volesse investire nel Digital per far crescere il proprio brand.

Antonio, come trovi il mondo digital oggi?

Bella domanda questa. Probabilmente ti risponderei immediatamente e in modo ironico, utilizzando una parola molto significativa: DISORDINATO. Trovo che ci sia molta confusione. Le persone ignorano tutto quello che ruota intorno a questo mondo. Pensano che online si possano fare “soldi facili”, che basti “passar qualche ora sui social per diventare ricchi”. Purtroppo non è così.

È una falsa credenza, direi “tramandata di generazione in generazione”. Mi capita spesso, in consulenza, di sentir dire agli imprenditori frasi del tipo “offline ho dei costi fissi che online non avrei”. La mia espressione a queste esclamazioni, penso sia molto significativa dato che poi proseguono dicendomi: “…sbaglio?”

La risposta è “NI”. Nel senso che probabilmente (e solo inizialmente) si possono anche avere dei “costi fissi contenuti” e sicuramente più bassi rispetto all’offline. Ma se si vuole davvero scalare un business, se ci si vuole imporre sul mercato, posizionando il proprio brand in modo chiaro e definito, beh, il web è tutt’altro che economico.

Perché? Beh, prima di tutto perché la concorrenza è decuplicata rispetto al solo mercato locale (tanto per iniziare). Poi sicuramente perché il lavoro da fare sul posizionamento, comunicazione, acquisizione contatti ecc, non è paragonabile ad una corsa da 100 metri (in cui vince chi è più veloce) ma meglio ad una lunga, lunghissima maratona.

Ecco uno dei più eclatanti motivi di fallimento, a mio avviso, di tanti imprenditori, titolari di attività, networker e professionisti: partono con le migliori intenzioni ma, se non vedono risultati immediati in uno o due mesi, abbandonano tutto (dando colpa al sistema, al web e ai social che non vanno). ERRATO. Il mondo online non è una gallina dalle uova d’oro, ma se gestito bene, può assolutamente diventarlo!

Chi crede di poter dedicare qualche ritaglio di tempo per gestire i social o, in generale, la comunicazione online, SBAGLIA clamorosamente. Sbaglia se lo vuole fare in modo professionale. Sbaglia se vuole ottenere dei reali vantaggi per la propria azienda, da questo tipo di attività.

Quali sono le nuove opportunità per le aziende / i brand?

A differenza di qualche anno fa, le aziende hanno tantissimi strumenti a disposizione per intercettare il proprio pubblico target. Non parliamo di “mezzucci” ma vere e proprie “armi di comunicazione” che possono farle arrivare dritte al cuore (e all’esigenza”) dell’avatar cliente. Bisogna avere una strategia definita e comprendere che pubblicare sui social non deve essere un’operazione “tanto per…”

Non si dovrebbero rincorre i Mi Piace su Facebook o i Followers su IG e Twitter. Bisognerebbe costruire relazioni vere, interagire con chi può realmente essere interessato al prodotto/servizio offerto. Bisognerebbe comunicare i valori, la mission e la vision dell’azienda. Ma non in “aziendalese”, per carità. Ogni mercato ha il proprio linguaggio, il proprio canale di comunicazione e vive di meccanismi specifici.

Ogni azienda può e deve ascoltare oggi il mercato di riferimento, interrogarlo continuamente, capire in tempo reale quali sono le richieste degli utenti. Sino a qualche anno fa era impensabile poter far tutto quello che facciamo… e così in breve tempo. Abbiamo strumenti capaci di dirci in quali aree del sito si soffermano più gli utenti. Strumenti capaci di dialogare “meccanicamente” con i visitatori dei nostri canali social. Mezzi che ci permettono di “incassare” anche quando dormiamo.

Utopia sino a qualche anno fa. Semplice realtà oggi. Un imprenditore o un professionista deve conoscere e utilizzare tutto ciò. Ma prima degli strumenti… deve avere una strategia ben definita. Non mi stancherò mai di ripeterlo: se non comunichi in modo professionale, non ci sarà social o e-commerce capace di farti vendere neanche uno spillo.

Come evolverà il mondo aziendale dopo l’evento del Covid-19?

Wow. Domanda da un milione di euro. Ti rispondo dicendo che… cambieranno tante cose, a partire dal modo in cui gli utenti (e le persone in generale) si approcceranno alle aziende. Durante l’emergenza sanitaria sono tante le famiglie che hanno scoperto nuovi modi di comunicare e acquistare beni di prima necessità (e non). Difficilmente abbandoneranno queste nuove abitudini. Difficilmente torneranno indietro.

Saranno tante le aziende che chiuderanno i battenti per sempre? Si. Forse si. Ma credo che tante altre apriranno. Ci saranno nuove esigenze e quindi, nuove opportunità. Credo che ci stiamo avvicinando sempre più al concetto di “lavoro in ambienti virtuali”, luoghi costruiti virtualmente cioè, in cui lavorare stando però comodamente nelle proprie abitazioni. Immagina cosa può voler dire, dal lato “esperienza utente”, indossare visori e controller e poter essere in una sala riunioni creata ad-hoc per l’evento, pur rimanendo nella propria città, nella propria dimora.

Non parlo di “abbandonare” completamente l’idea di creare appuntamenti dal vivo, ci mancherebbe. Ma sicuramente verranno velocizzate alcune procedure che, sino a ieri, non avevano alternative rispetto alla presenza fisica delle persone.

Ritengo che ci saranno sempre più meeting online, videochiamate di gruppo, vere e proprie stanze in cui dialogare direttamente, sempre più e-commerce (anche direttamente nei social stessi, proprio come ha annunciato Facebook nelle ultime ore). Credo che Professionisti e Aziende debbano iniziare a formarsi seriamente (se non lo hanno ancora fatto) per poter “collaborare” con i SMM o le Agenzie di Marketing, più che “affidare” totalmente o in parte la propria comunicazione.

A mio avviso, nei prossimi dieci anni, vedremo una nuova evoluzione di Internet. Nasceranno nuovi strumenti, ancora più specifici e tecnologici. Fermarsi? Impossibile. Aldo, Giovanni e Giacomo, in un loro storico film, dicevano che “una pallina lanciata su un piano inclinato, continua a scendere per sempre”. Beh, qui il concetto è lo stesso, ma sfida la forza di gravità e… va esattamente al contrario! E non c’è modo di fermarla!

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