Monitoraggio dei dati per un turismo sicuro e tracciabile – NaraMe intervista Eager
Monitoraggio dei dati per un turismo sicuro e tracciabile – NaraMe intervista Eager
In un mondo sempre più digitalizzato, dove l’offline incontra l’online per una strategia condivisa, è quanto più importante affidarsi ai dati ed alla loro analisi. Ecco perché ogni giorno si affacciano sul mercato le cosiddette Data-Driven company, le quali hanno come mantra l’analisi ed interpretazione dei dati raccolti in un periodo ben preciso. Anche la Sardegna può vantare la presenza di questa attività gestita da giovani avanguardisti che, dal 2019, sono impegnati nella missione di rendere la regione al passo nel settore.
Conosciamoli da vicino e scopriamo perché Heart of Sardinia rappresenta il futuro del turismo isolano sempre più connesso, ma soprattutto sempre più tracciabile.
1. Iniziamo raccontando cosa è la Data-driven Company.
Parliamo di un’azienda che pone l’analisi del dato alla base di ogni processo decisionale e che diffonde attivamente la Cultura dei dati. Se ci si pensa, è quanto di più naturale ci sia. Benché ovviamente sia necessario sviluppare alcuni requisiti per raccogliere, immagazzinare e analizzare i dati.
2. La prima domanda che balza subito all’occhio è: come i dati digitali possano diventare un bene tangibile per un business?
Solitamente si è tutti d’accordo che una buona informazione è fonte di buone scelte, ma non sempre si capisce che essere ben informati è una questione di metodo. Nel settore turistico, ad esempio, è veramente raro trovare aziende gestite con un approccio Data-driven anche solo rivolto agli Small data tradizionali. Quasi sempre il ruolo principale lo giocano l’intuito imprenditoriale e la certezza che, in un modo o nell’altro, i turisti arriveranno.
Quest’ultima cosa tra l’altro è spesso vera per le destinazioni turistiche già affermate e può disincentivare un’analisi attenta dei dati oltre che un sano senso di urgenza nel migliorare il proprio business.
Ciò che non viene colto è che i dati, specialmente quelli digitali, onnipresenti e precisi, offrono tutto quello che un approccio routinario o estemporaneo non riescono a garantire: il perfezionamento dell’offerta e la massimizzazione dei profitti. Se sei un organizzatore di eventi, disponendo di uno storico potrai prevedere le date migliori e i fattori che le rendono tali; se sei un amministratore locale sceglierai su quali attrazioni è meglio investire analizzando la domanda turistica; se sei un tour operator potrai prevedere i prossimi trend e strutturare pacchetti turistici adeguati, ecc.
3. Dati e turismo: raccontateci di Heart of Sardinia e di come la raccolta dati sia essenziale per lo sviluppo del Turismo in Sardegna.
Riguardo i dati turistici e la loro autenticità c’è sempre molta confusione. In questo settore è un problema sia della comunicazione istituzionale che di quella privata e le ragioni sono diverse: politiche, tecnologiche, legali, legate all’interpretazione, e così via.
In questa battaglia per l’utilizzo corretto dei dati turistici, Heart of Sardinia tenta di ritagliarsi un ruolo dal 2019. In quell’anno, da semplice app di promozione turistica, diventa app di profilazione dei turisti e raccolta dati tramite gps. Occorre precisare che parliamo di dati anonimi e aggregati, che nonostante questo conservano la loro utilità: descrivere il turismo con la precisione di decine di migliaia di smartphone che ospitano la nostra app per tutta la vacanza.
Venendo all’utilità specifica, le risposte sarebbero numerose, ma per brevità possiamo individuare tre settori in cui questi dati giocano un ruolo cruciale: ottimizzare le spese di marketing e verificarne gli effetti (essenziale per le DMO); elaborare strategie politiche e investimenti più coerenti con la reale situazione; prevedere i flussi turistici e gestire l’overtourism. In Sardegna, ma anche in molte altre regioni d’Italia, continuiamo a meravigliarci persino di tutte quelle dinamiche assodate che avvengono ciclicamente e sono ampiamente prevedibili: un po’ come se fossimo dei bambini che ogni estate vedono per la prima volta le stelle cadenti e ne restano stupiti.
Noi cerchiamo di descrivere ciò che accade con metodo scientifico e renderlo evidente in modo che possa guidare le scelte di enti pubblici e privati. D’altro canto sviluppare una piena consapevolezza è anche il primo passo per poter sperare nella tanto desiderata destagionalizzazione.
4. Eager Srl però si estende a tutti i business che vogliano diventare Data-driven, anche se la strada non è semplice. Quali sono gli scogli principali da superare perché un’azienda comprenda i benefici della raccolta dati?
Come anticipato, i dati sono qualcosa di intangibile ed esposto a strumentalizzazioni e interpretazioni errate. Il fatto che la Scienza dei dati sia una disciplina tutto sommato recente, non aiuta e anzi ostacola l’esistenza di una Cultura del dati condivisa e ben radicata.
Ho anche già anticipato che a seconda dei settori, l’urgenza di utilizzare un approccio Data-driven può essere più o meno percepita. Il settore turistico, ripeto, è uno di quelli che la percepisce meno.
Sicuramente questi aspetti sono i più problematici, laddove spesso ci si ritrova a dover spiegare a un operatore, per esempio, i vantaggi di conoscere le esigenze e le abitudini dei suoi clienti in modo scientifico. Dovrebbero essere evidenti, no? Come ho detto siamo ancora lontani da una Cultura dei dati condivisa. Tuttavia, la necessità di utilizzare il maggior numero di dati possibile diventa sempre più evidente “grazie” alle grandi società che ne esaltano i benefici (più o meno volontariamente). Ricorrere ai Big data, in alcuni contesti, è già un requisito fondamentale per garantire la sopravvivenza del proprio business.
Dulcis in fundo, c’è il problema dei costi. Ovviamente raccogliere, immagazzinare, proteggere ed elaborare i dati ha un costo talvolta astronomico che si riflette sul potenziale cliente. I veri Big Data restano ancora qualcosa di inaccessibile ai piccoli business, anche se assistiamo sempre più spesso alla creazione di servizi su misura magari parziali, ma ben bilanciati e funzionali.
5. In conclusione, come monito per le aziende che vogliano affacciarsi a questa realtà, quali sono i parametri essenziali e tracciabili a cui non si può rinunciare?
Tutto parte dalla Datizzazione: abituarsi a rendere quantificabili e immagazzinabili sotto forma di dati tutti i fenomeni che riguardano la nostra attività e quella dei nostri clienti. Datizzazione e Digitalizzazione funzionano estremamente bene assieme, ma non sono la stessa cosa: pur non disponendo di sofisticati strumenti digitali è possibile e doveroso misurare il più possibile la propria attività.
Una volta che si capisce questo, si è pronti per il passaggio successivo: filtrare i dati raccolti, identificando quelli più adatti a guidarci nelle nostre scelte. Chiaramente questo è un lavoro che varia da settore a settore, con parametri di volta in volta differenti, ma ci sono delle costanti: occorre elaborare algoritmi, sviluppare software, coinvolgere sviluppatori, data analyst e anche data scientist qualora si sia interessati ai modelli predittivi. Chiaramente tutto questo può essere evitato rivolgendosi a servizi già presenti che sono in grado di agevolare la transizione a Data-driven Company sul piano tecnologico.
Per scoprire di più su Eager e sull’app dedicata Heart of Sardinia visita il sito: https://eagersrl.com/