Piano SEA: da dove e come cominciare?
Piano SEA: da dove e come cominciare?
Dopo aver introdotto l’argomento distinguendo la SEA dalla SEO (leggi qui l’articolo completo) vediamo adesso il passo successivo: da dove cominciare? Sembra infatti semplice come procedura, eppure è meglio conoscerne tutte le dinamiche per avviare la propria presenza nei motori di ricerca con successo. Vediamo quindi i primi step da eseguire per impostare la SEA del proprio business.
Iniziamo dalle domande: come fa a comparire un annuncio su Google?
Spesso ci capita di digitare alcune parole all’interno del motore di ricerca – ad esempio Google – e vediamo comparire una lista di siti web che contengono nel titolo, o nella descrizione, le parole chiave da noi ricercate. La loro posizione dipende dal “match” trovato con le parole chiave inserite. Finisce qui? Ovviamente no. In cima alla lista troviamo infatti una serie di pagine, solitamente non più di 3, accompagnate da un piccolo banner in fondo con la scritta evidenziata “Annuncio”.
Come hanno fatto a comparire per prime? Questo posizionamento ha un costo? La risposta è ovviamente si. Prendiamo di nuovo come esempio Meteo.it: prima ancora di investire nella SEA – ricordiamo il significato “Search Engine Advertising” – Meteo.it ha aperto un account in Google Ads. All’interno dell’account sono stati assegnati ruoli diversi, così da creare la cosiddetta Struttura, ossia l’insieme di parole chiave organizzate per gruppi a seconda dell’annuncio.
Abbiamo l’account, passiamo all’azione!
Dopo aver creato la cosiddetta struttura, passiamo subito alla pratica analizzando i gruppi di parole chiave. I gruppi infatti non vengono organizzati casualmente, ma seguono uno schema ben preciso per rendere il lavoro degli analisti più fluente possibile. Questi gruppi a loro volta vengono organizzati per campagne così articolate:
– Keyword: parola o frase che corrisponde totalmente o in parte alla ricerca dell’utente, e la totalità dipende dalla corrispondenza con la parola chiave inserita;
– Ad group: è semplicemente il raccoglitore delle parole chiave, e ad esso sono legati anche gli annunci e le eventuali estensioni;
– Campagna: questa è la casa di tutti gli elementi sopra citati, includendo sia gli ad group che le keywords;
> Ad esempio, Il Meteo.it avrà due tipi di keywords:
– Ilmeteo.it sarà la keyword del brand – ossia la ricerca specifica del brand;
– Meteo sarà invece la keyword generica che corrisponde ad una ricerca generica di informazioni sul meteo;
Come possiamo organizzare queste informazioni all’interno di uno schema, che sarà quindi la nostra Struttura? Vediamo questo schema esemplificativo:
Dal punto di vista dell’inserzionista che prende in mano l’attività di SEA del brand, sappiamo che se l’utente, come query (domanda all’interno del motore di ricerca), digiterà ilmeteo.it o meteo potrebbe uscire il nostro annuncio SEA.
Perché diciamo potrebbe? Semplicemente perché Google ci insegnò già ai tempi della SEO, quando la SEA ancora non esisteva, che non basta pagare per comparire in cima. Anche a pagamento, è la qualità ad essere premiata.
Quality Score: quando pagare non basta
Anche Google a suo tempo capì che non basta pagare per essere premiati – e non stiamo qui ad elencare i motivi ma basti pensare ad annunci pubblicitari scritti male, con siti web inesistenti o confusionari, che avrebbero potuto compromettere la qualità del motore di ricerca e decretarne quindi il fallimento.
Ecco perché Google ha introdotto la Quality Score, che viene brevemente descritta così:
“Il punteggio di qualità è una stima della qualità degli annunci, delle parole chiave e della pagina di destinazione. Annunci di qualità più elevata possono portare a prezzi più bassi e a migliori posizioni di annunci”
In poche ma chiare parole, Google ci dice che più gli annunci sono pertinenti per gli utenti, in termini di pagina di destinazione finale, maggiore sarà la probabilità che il nostro annuncio ottenga un punteggio elevato. E più elevato sarà il punteggio, più saranno alte le possibilità di comparire in cima alla pagina di ricerca.
Non facciamone quindi una questione meramente pecuniaria trascurando altre componenti essenziali – non possiamo pensare ad un annuncio su Google avendo un sito web poco appetibile – perché questo non sfugge all’occhio vigile del colosso del web.
La SEA è sicuramente la soluzione per far crescere il tuo business online, ma se non sai come fare o da dove cominciare, contattaci per un preventivo o un progetto da avviare assieme!