SEO & Blog: 10 consigli pratici per renderla la combo perfetta

SEO & Blog: 10 consigli pratici per renderla la combo perfetta

Maggio 27, 2020

Si dice che il marketing è tutto di questi tempi. Eppure, lo Storytelling continua a ritagliarsi uno spazio sempre crescente tra gli utenti che non vogliono fermarsi solamente all’aspetto esteriore di ciò che comprano. Ecco perché il blog è ancora fondamentale al giorno d’oggi, e per scrivere dei contenuti web friendly è importante rispettare le regole d’oro della SEO – la Search Engine Optimization – che permette la viralizzazione dei contenuti nei motori di ricerca. Abbiamo pensato a qualche consiglio per iniziare o rinnovare la comunicazione del proprio business che strizzi l’occhio ad una delle categorie essenziali in ambito di Copywriting.

Quando scriviamo su carta e penna, le parole scorrono libere sul foglio senza alcun filtro o regola che possa imprigionarle o categorizzarle. Ciò però non si può ripetere all’interno del mondo del web, dove anche la scrittura deve seguire delle regole ben precise per non far scomparire il contenuto nel mare infinito dei blog, micro-blog, sezioni speciali e via dicendo. Ecco perché, da ormai diversi anni, si è andata affermando la preziosa regola della SEO – termine che significa estensivamente: “Search Engine Optimization”, ossia “Ottimizzazione del Sistema di Ricerca”.

Cosa vuol dire? Semplicemente che ogni contenuto che viene pubblicato all’interno del mondo del web viene in qualche modo indicizzato all’interno dei motori di ricerca (vedi Google per esempio) a seconda della rilevanza e della notorietà del contenuto stesso. La prima viene intuita in base alle famose “parole chiave”, mentre la seconda in base ai click che il contenuto stesso riceve: più un contenuto è interessante per l’utente, e quindi cliccato, più verrà automaticamente posizionato in alto nella lista dei contenuti.

Perché la SEO è importante? In poche parole, se non volessimo sempre pagare per rendere visibile ogni contenuto che pubblichiamo, e Google stessa tende a non premiare questo tipo di atteggiamento virtuale, è importante che i nostri contenuti vengano ben scritti e indicizzati in modo tale che siano trovati in maniera organica (free), e rendano quindi l’esperienza dell’utente più piacevole e non sempre bombardata dagli avvisi pubblicitari.

Ma scrivere un articolo di un blog non è un mestiere semplice, infatti anche la figura del Copywriter è sempre più ricercata dalle aziende grandi e piccole che vogliano essere presenti con una rosa di contenuti più ampia, che non si limiti quindi alla vendita del prodotto.

Vediamo quindi quali sono i consigli che anche nel 2020 restano essenziali per scrivere un buon articolo e con una SEO vincente.

1. Partiamo dal titolo

Ogni articolo che si rispetti, sia esso stampato o digitale, parte sempre dal suo cappello, ossia dal Titolo. Ricordiamo infatti che il titolo è ciò che in generale rende un contenuto accattivante, e questa regola vale ad esempio anche per i libri e i TV show, perché ancora oggi le persone tendono a giudicare un contenuto semplicemente dalla copertina.

Quando scriviamo un Titolo, ricordiamo sempre questo elenco:

Numero: inserirlo all’interno del titolo dà immediatamente una scala di valore;

Soggetto: esplicitato immediatamente dà il chiaro valore all’utente che così capisce perché quel contenuto è per lui rilevante;

Verbo: inserire un verbo esortativo stimola l’utente più di mille parole;

Iperbole: scegliere parole come “Perfetto” o “Eccellente” fanno sentire la scelta come volta a realizzare qualcosa di straordinario;

Ovviamente non servono tutti, ma sceglierne almeno 2 aiuta a scrivere un titolo accattivante.

2. Il primo paragrafo: l’apertura in grande stile

Ciò che viene promesso nel titolo dev’essere immediatamente argomentato nel primo paragrafo in modo chiaro e conciso. Non dobbiamo solo menzionare l’argomento, ma dobbiamo già svilupparlo per mantenere alta l’attenzione dell’utente e lasciarlo proseguire ad approfondire il resto del testo. Questo sistema è noto come la

: qui, gli argomenti principali guadagnano la prima posizione, mentre quelli di corollario vengono spinti verso gli ultimi paragrafi del contenuto.

3. L’arte della sintesi: i paragrafi

Secondo diversi studi sull’attenzione che la vista dedica ad un testo, è emerso lo schema F:

Come si nota, l’attenzione tende a calare nei paragrafi considerati troppo lunghi, per riprendere verso la fine del testo. Mantenere quindi dei paragrafi brevi e ben separati serve per mantenere alta l’attenzione per tutto il testo. Raramente infatti i blocchi di testo vengono considerati come interessanti perché non permettono uno scan veloce della vista per trovare le informazioni più interessanti, conducendo così all’abbandono del contenuto. I paragrafi corti servono anche come taglio tra un argomento e l’altro, e permettono così una lettura più semplice e veloce ma senza cali d’attenzione.

4. Frasi concise e focalizzate

Non basta scrivere un paragrafo breve per renderlo accattivante. Anche le frasi utilizzate sono la chiave del successo del contenuto. Scrivere frasi brevi e concise aiuta a non far perdere la concentrazione perché il contenuto viene considerato di semplice lettura. In generale, quando scriviamo, non pensiamo mai a noi come lettori medi del contenuto, ma mettiamoci piuttosto nei panni dell’altro che con il nostro contenuto non ha nulla a che vedere ma che potrebbe essere potenzialmente interessato. Questo ci pone in una posizione di svantaggio che ci permette quindi di lavorare ancora di più sul nostro contenuto non solo nella forma, ma soprattutto nella sua sostanza grammaticale.

5. Corsivo e Grassetto: la mano all’interno del testo

Regola valida per tutti i contenuti di testo, ma soprattutto per quelli più lunghi del previsto: inserire delle parole in corsivo o grassetto serve come mappa visuale che aiuta l’utente a ritrovarsi tra le righe del testo. Infatti, anche quando si scorre più avanti ma si vuole rivedere una parte inserita più in alto, una parola in corsivo o grassetto servono come punto di riferimento che anche in maniera inconscia viene memorizzato dall’utente.

I due stili hanno però un ruolo diverso ed è giusto distinguerli: il corsivo serve infatti per rinforzare un concetto, mentre il grassetto per far emergere quella specifica parola all’interno del testo. Senza ovviamente abusarne, anche il loro uso è estremamente consigliato per la realizzazione di un buon testo indicizzato

6. Colloquiale o formale? La via di mezzo è la soluzione

A meno che non stiamo scrivendo un contenuto specifico per un’audience selezionata, che non richiede però un’indicizzazione finale, quando scriviamo ricordiamoci che stiamo parlando con un’audience varia, che spesso non parla il nostro gergo, ma che comunque è potenzialmente interessata a ciò che abbiamo da dire. Ecco perché dobbiamo utilizzare uno stile di scrittura che possa miscelare quello formale con quello colloquiale, cercando di non andare fuori tema e restare focalizzati sull’argomento centrale del contenuto.

7. I dati sono il nostro secondo linguaggio

A meno che non scriviamo di esperienze personali, quando parliamo di un business o di un argomento in generale, è essenziale tenere a lato sempre dei dati che possano supportare la nostra tesi. Perché? Semplicemente perché i dati servono per mantenere un approccio scientifico all’argomento, basando quindi l’argomento su delle evidenze che l’utente, volendo, può controllare autonomamente.

Questo serve a stabilire con il lettore un rapporto di fiducia, oltre che a creare naturalmente una serie di link esterni che, come vedremo, sono uno dei segreti chiave per ottenere un’indicizzazione adeguata.

8. Link, link e ancora link

Ovviamente abbiamo voluto esagerare nel titolo, ma i link, se usati con metodo, aiutano in maniera decisiva il nostro contenuto a scalare le posizioni all’interno delle pagine dei motori di ricerca. Questo metodo si è ovviamente raffinato negli anni, anche per combattere l’abuso da parte di alcuni siti web dell’uso dei link che finivano inesorabilmente per impestare la pagina e drogare così il sistema di indicizzazione. Oggi Google, ma non solo, ha deciso di premiare sì i post che contengono i link al suo interno, ma anche la rilevanza dell’argomento rispetto alle parole chiave utilizzate per ricercare il contenuto stesso.

I link servono poi per aiutare l’utente ad espandere la propria conoscenza, affermando in modo latente che l’articolo da noi stessi composto non è sufficiente per esaurire l’argomento di cui si vuole parlare. Ciò spingerà l’utente sia a proseguire la lettura all’interno del sito web stesso, che ad esplorare altri siti web collegati.

9. Una lista è sempre una lista

Anche le liste puntate e non sono un ottimo aiuto sia per la lettura che per la SEO in generale, vediamo perché. La prima ragione per cui dobbiamo inserire delle liste semplici e concise è perché aiutano a creare dello spazio bianco tra un paragrafo e l’altro, e magari con le parole chiave inserite come corpo unico che rendono il tutto ancora più semplice e contestualizzato.

In secondo luogo, poi, gli elenchi per punti servono a far concentrare un buon numero di parole chiave in un singolo spazio, e queste servono per l’indicizzazione SEO perché il blocco di parole separate viene letto dal sistema in maniera più semplice e immediata.

10. Scontato ma vero: copiare è sbagliato!

Sembra scontato scriverlo, ma nemmeno troppo. Quando realizziamo un contenuto di testo, qualunque sia la nostra intenzione, cerchiamo di non copiare da un testo già esistente. Questo ci penalizza per diversi motivi: innanzitutto dal punto di vista morale perché copiare è sempre sbagliato – noi non abbiamo prodotto quel contenuto e quindi non possiamo

appropriarcene. Una cosa è prendere spunto, un’altra è copiare passo passo ogni passaggio del testo di riferimento, e nel secondo caso si incorre in una serie di penalizzazioni.

In secondo luogo, copiare è sbagliato dal punto di vista più tecnico: Google, infatti, premia i contenuti definiti native – ossia originali e creati ad hoc dall’autore – portandoli in cima alla lista dei motori di ricerca, mentre penalizza sempre di più o cosiddetti doppioni, sbattendoli senza pietà in fondo alla lista del motore di ricerca perché considerati spam. A questo punto, ha ancora senso copiare?


Fonte: https://seopressor.com/blog/copywriting-tips-for-perfect-blog-post/

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